Di recente si è sentito molto parlare del microbiota intestinale: con questo termine si indica  l’insieme di tutti i microrganismi (batteri, virus, lieviti e piccoli parassiti) che popolano il nostro intestino. In un intestino in salute, tutti questi microbi vivono in equilibrio, e si parla di eubiosi: questa è fondamentale affinchè il microbiota svolga le sue funzioni in maniera adeguata. 

A cosa serve il microbiota?

L’idea che nel nostro intestino vivano così tanti microrganismi non deve spaventarci (anche se si stima che il loro numero possa raggiungere e superare il numero delle cellule che compone il nostro intero corpo!). Tuttavia, questo insieme molto vasto di ospiti è fondamentale per la nostra salute. 

Il microbiota ha infatti diverse funzioni, tra cui:

  • Funzioni enzimatiche: ci permettono di digerire alcune sostanze, come le fibre, che altrimenti non saremmo in grado di utilizzare (non produciamo gli enzimi necessari a questo scopo)
  • Funzioni metaboliche: tramite i loro processi metabolici creano sostanze, come alcuni acidi grassi a catena corta, essenziali per la salute delle cellule del nostro intestino
  • Stimolazione del sistema immunitario: il microbiota è importante perché “insegna” al nostro sistema immunitario la differenza tra microrganismi patogeni (e quindi che creano malattia) e microrganismi “buoni”
  • Eliminazione di sostanze tossiche

Proprio per questi motivi (ed altri), avere un microbiota in salute ed in equilibrio ci consente di mantenere un intestino in buona salute (un’alterazione della comunità microbica è stata ritrovata in alcune condizioni patologiche che non riguardano l’apparato digerente, come malattie cardiovascolari, diabete ed Alzheimer).

Da cosa dipende l’equilibrio della flora intestinale?

La composizione del nostro microbiota intestinale è paragonabile ad un’impronta digitale: non esistono due popolazioni intestinali perfettamente identiche, ma varieranno nella composizione (anche se solo di qualche punto percentuale).

Il microbiota cresce insieme a noi: infatti, solitamente, con l’età tende a cambiare. Fino ai due anni è difficile raggiungere un equilibrio adeguato della flora intestinale, anche se il latte materno è molto utile in questo senso, e funge da prebiotico (da qui, l’importanza dell’allattamento al seno, se possibile).
Dai due anni in poi, il microbiota tende a “personalizzarsi” sulla base della nostra dieta, dello stile di vita e dell’ambiente circostante, in modo da modularsi progressivamente. Nell’anziano, poiché lo stile di vita e l’alimentazione tendono a cambiare nuovamente, è facile trovare disbiosi, ovvero un equilibrio alterato della flora microbica.

Come mai si va in disbiosi?

È possibile influenzare la composizione del proprio microbiota. Alcuni comportamenti scorretti possono agire negativamente sull’equilibrio intestinale, e determinare pertanto una disbiosi, che può essere acuta o cronica. 

Il verificarsi di una disbiosi acuta può essere dovuto ad un’infezione: in questo caso, un microrganismo crea scompiglio nell’equilibrio intestinale e determina una sintomatologia acuta che solitamente comprende crampi, diarrea, nausea e mal di pancia. Solitamente, la disbiosi acuta si risolve in 3-7 giorni (anche se in alcuni casi è necessaria l’ospedalizzazione, come in caso di infezione da Salmonella).

Le alterazioni più leggere e subdole, invece, portano ad una progressiva variazione del microbiota intestinale, ed alla deteriminazione di una disbiosi cronica, più difficile da affrontare. Questa dipende ad esempio da un’alimentazione scorretta (ricca in zuccheri o in proteine), dall’abuso di alcool fumo o anche un disequilibrio dell’asse sonno-sveglia.

Un altro fattore che incide in maniera tangibile sulla composizione del microbiota è l’uso di farmaci: antibiotici ad ampio spettro ed altri farmaci che si prendono quotidianamente (cortisonici, contraccettivi orali, antiacidi) possono creare disbiosi croniche e difficilmente rilevabili. 

Cosa succede se il microbiota non è in equilibrio? 

Un mancato equilibrio della flora intestinale può essere deleterio per il nostro intestino e per la salute intestinale, soprattutto se siamo in disbiosi cronica. 

Se il microbiota è alterato si può avere un’alterazione della salute delle cellule intestinali, e di conseguenza l’effetto “barriera” che esse formano e che separa il contenuto intestinale dal nostro corpo viene meno. Se la barriera non è funzionale, lascia passare alcune sostanze, tra cui alcuni microbi, sostanze tossiche oppure allergeni, che arrivano dapprima nel torrente circolatorio e poi vengono trasportati in tutto il corpo. Da qui si evince l’importanza di un buon microbiota in equilibrio e di un corretto stile di vita per mantenerlo tale.

Come intervenire?

La modulazione del microbiota non è semplice, così come non è semplice curare una disbiosi. Ci vuole tempo e pazienza, perché bisogna dare il tempo ai microbi di trovare un nuovo equilibrio. È sicuramente fondamentale agire da un punto di vista alimentare, scegliendo una dieta equilibrata che non ecceda con zuccheri, proteine o grassi, e che abbia il giusto contenuto di fibre. È importante smettere di fumare e non eccedere con il consumo di alcolici, e se possibile passare del tempo all’aria aperta.

Infine, può essere di grande aiuto (se non fondamentale) una terapia con prebiotici e probiotici, che possano aiutare a ristabilire un equilibrio adeguato della flora batterica. Scegli il probiotico adatto a te insieme al tuo nutrizionista!